Dinamo di Gramme (1871)

l 17 luglio 1871 fu presentata dal prof. Jamin, all’Accademia delle Scienze di Parigi, una macchina costruita dal belga Zénobe Gramme che altro non era se non una copia della macchinetta o dinamo elettromagnetica realizzata da Antonio Pacinotti nel 1860. Ciò non sminuisce la figura del Gramme, il cui vero merito sta nell’aver saputo costruire macchine dinamoelettriche su ampia scala, adatte ad un uso industriale, mentre le macchine di Pacinotti rimanevano strumenti da laboratorio.

La macchina presentata, del tipo d’Atelier, è un modello di proporzioni ridotte rispetto all’originale. Macchine di questo tipo, accolte in tutto il mondo con grande stupore e ammirazione, vennero utilizzate nel 1873, all’esposizione di Vienna, per sperimentare il trasporto dell’energia elettrica e, due anni dopo, furono premiate dalla Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri di Parigi.

Primo modello della macchina o dinamo di Gramme

L’indotto della macchina è formato da un anello, realizzato con fili di ferro dolce, in modo da ridurre le resistenze passive, attorno al quale sono avvolte una serie di bobine di filo di rame le cui estremità adiacenti sono unite a formare un avvolgimento continuo; le estremità delle bobine fanno capo ad un commutatore a settori multipli e l’indotto ruota in un sistema magnetico a due poli.

Le dinamo di Gramme, realizzate con una meccanica solida e duratura furono i primi generatori elettrici in grado di funzionare in modo continuativo, senza surriscaldarsi; accoppiate con macchine a vapore furono l’elemento indispensabile per la nascita dei primi sistemi di illuminazione elettrica ad arco.

L’incisione evidenzia la reversibilità delle macchine di Gramme, utilizzabili sia come dinamo che come motori elettrici.