Lampade a scarica (tubo al neon)

La lampada al neon è un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione che al passaggio di una corrente si ionizza producendo una luce caratteristica.
Nel linguaggio comune vengono chiamate erroneamente lampade al neon le lampade fluorescenti usate per l’illuminazione di uffici ed abitazioni. A differenza di queste però le lampade al neon propriamente dette emettono una luce arancione di debole intensità e sono impiegate più per funzioni di segnalazione che di illuminazione.
La lampada al neon, come tutte le lampade a scarica richiede di essere alimentata in limitazione di corrente, per questo nei modelli di piccola potenza si pone in serie ad essa una resistenza. La tensione di innesco è di circa 150 volt. Alimentando in continua, si produce luce solamente in prossimità dell’elettrodo negativo. In alternata entrambi gli elettrodi sembrano emettere luce a causa della continua inversione. Questo permette di scoprire il tipo di elettricità ed eventualmente la polarità.
Piccole lampade al neon con dimensioni intorno al centimetro (dette a pisello) sono utilizzate come spie rivelatrici dove siano presenti tensioni relativamente elevate. Un caso tipico è nel cercafase. Nell’uso come spia di segnalazione, specialmente in sistemi a bassissima tensione, alla lampada al neon è attualmente preferito il LED.

La lampada al neon fu inventata da Georges Claude e venne presentata al Grand Palais di Parigi il 9 novembre del 1909. Tuttavia fu un socio e collaboratore di Claude, Jacques Fonseque, ad intuire l’utilizzo pubblicitario. Nel 1912 vendette ed installò la prima insegna luminosa commerciale a un piccolo negozio di barbiere in Boulevard Montmatre; recava la scritta: “Palais Coiffeur”.