Elettrometro condensatore di Volta (1785 circa)

Alessandro Volta (1745 – 1827) descrisse i vari miglioramenti apportati all’elettrometro, da lui perfezionato, nelle lettere del 1787 sulla metrologia elettrica, indirizzate allo scienziato tedesco G. Christoph Lichtenberg. I primi scienziati che realizzarono gli elettrometri furono Tiberio Cavallo e Horace Benedict de Sassure; inizialmente al posto delle pagliuzze venivano utilizzate palline di midollo di sambuco appese a fili di seta. Le modifiche apportate da Volta hanno reso ripetibili e confrontabili le misure di carica elettrica.
Lo strumento è essenzialmente un elettroscopio dotato di una scala graduata a zero centrale, collocata all’esterno della campana di vetro. L’asta dell’elettrometro è connessa ad un piatto in ottone, la cui faccia superiore è ricoperta da un leggero strato di vernice isolante. Un uguale piatto con manico isolante può essere collocato sopra al primo costituendo in tal modo un condensatore di capacità elevata a causa del sottile spessore del dielettrico.

L’elettrometro condensatore è un tipo di elettrometro molto sensibile ideato dal Volta, consente la misura del potenziale di un corpo carico debolmente elettrizzato. Se si pone a contatto con la superficie inferiore del piatto fisso un corpo a basso potenziale di carica e si appoggia sopra tale piatto quello mobile messo a terra, la divergenza delle foglioline del dispositivo non è apprezzabile. Quando si toglie il contatto con il corpo e si allontana contemporaneamente l’armatura superiore, la carica che il dispositivo possiede rimane invariata, mentre la capacità del sistema diminuisce e conseguentemente il potenziale aumenta in modo tale da essere rilevato dalla divergenza delle suddette foglioline. Due strisce metalliche aderenti alle pareti interne della campana dell’elettrometro e collegate alla base dello stesso favoriscono la divergenza delle foglioline influenzandole ed evitando anche che siano sottoposte ad azioni elettriche esterne accidentali, quest’ultimo inconveniente è evitato anche per la presenza del tappo di legno che impegna il collo della campana.