Macchina elettrostatica a induzione

Questo generatore elettrostatico a induzione con un solo disco è stato realizzato per la prima volta nell’Università di Cagliari da A. Aresti e A. Delunas (1983, American Journal of Physics).
Il modello è molto simile alle macchine della seconda metà dell’ottocento, in particolare al generatore elettrostatico ad acqua di Lord Kelvin, la produzione delle cariche elettriche è legata ad una moltiplicazione successiva di una prima carica iniziale. 18 settori di fogli di ottone sono incollate a un disco di plexiglass che può essere ruotato per mezzo di una manovella; sospesi vicino alla parte posteriore del disco, due induttori metallici circolari di ottone hanno la funzione di indurre le cariche elettriche nei 18 settori di ottone.
Quando il disco viene fatto girare a forte velocità, nei settori si inducono cariche elettriche che vengono trasferite sugli induttori tramite due spazzole; perpendicolarmente, sull’asse di rotazione del disco di plexiglass, è fissata un’astina con pennelli metallici (barre neutralizzatici) che mettono in contatto i settori diametralmente opposti separando le cariche (+) rispetto alle cariche (-). Le cariche si accumulano nei condensatori (bottiglie di Leyda). Quando questi ultimi hanno accumulato una quantità sufficiente di carica elettrica, l’elevata differenza di potenziale tra i poli della macchina fa scoccare una scintilla.